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MOSTRA IN PUNTA DI LANCIA E A FIL DI SPADA A CASTELFRANCO

30 agosto al 31 dicembre 2014
 
La mostra In punta di lancia e a fil di spada a Castelfranco Veneto presso la Torre Civica sarà aperta al pubblico dal 30 agosto al 2 novembre 2014 grazie all’organizzazione dell’Associazione Palio di Castelfranco Veneto.
  mostra in punta di lancia e a fil di spada
 
La mostra sulle armi medievali a Castelfranco Veneto rappresenterà anche l’occasione per visitare la Torre dell’Orologio il cui restauro è terminato recentemente e che normalmente non è aperta al pubblico.
 
APERTURA STRAORDINARIA: merc 31/12 dalle 17 alle 22.00
 

ORARI DI APERTURA DELLA MOSTRA IN PUNTA DI LANCIA E A FIL DI SPADA A CASTELFRANCO

 
Sarà possibile visitare la mostra In punta di lancia e a fil di spada - Armi d'attacco e da difesa tra XII e XIV secolo a Castelfranco Veneto secondo i seguenti orari: da agosto a settembre il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30 e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00; nel periodo di ottobre e novembre 2014 il sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00 e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00.
 
Previa prenotazione potranno essere garantite visite guidate di gruppi in giorni ed orari diversi da quelli previsti dalla mostra di armi medievali a Castelfranco Veneto.
 
 
 
 
 
 

IL MONDO DELLE ARMI MEDIEVALI IN MOSTRA A CASTE3LFRANCO VENETO

La mostra In punta di lancia e a fil di spada a Castelfranco Veneto organizzata dall’Associazione Palio sarà un’importante occasione per conoscere il mondo delle armi medievali.
Di solito pensiamo ai soldati medievali come a coloro che usavano più o meno sempre le stesse armi: lancia, spada, arco, balestra, …
   
   
In realtà le armi erano molto varie e create con gli scopi più incredibili, almeno per noi moderni che ormai da alcuni secoli non le vediamo più adoperare. Il loro uso era poi talmente “sofisticato” da determinare la nascita di veri e propri corpi specialistici (i balestrieri, i picchieri, gli alabardieri, ecc.) il cui addestramento richiedeva non poco tempo e doveva poi essere mantenuto con esercitazioni continue.  
   
I più ricchi provvedevano in proprio all'acquisto delle armi mentre, nelle città, il Comune provvedeva a fornirle ai propri fanti.
A Treviso, per esempio, ogni borgo in cui era diviso il centro cittadino doveva provvedere a tenere sempre pronto all'uso un determinato numero di lance lunghe, ronconi, balestre ed altre armi individuali e i cittadini dovevano addestrarvisi regolarmente.
 
     
Più o meno la stessa cosa succedeva nei villaggi della Marca dove, tra l'altro, ogni unità fiscale (chiamata “fuoco”) doveva tenere sempre pronto un arco con venticinque frecce (un fuoco corrispondeva a 160 campi affittati oppure a 40 campi di proprietà).    
   
Grosso modo, le armi individuali medievali si possono distinguere in alcune categorie generali: armi ad una o due mani, armi inastate, armi da lancio, armi adatte alla cavalleria ed armi per la fanteria.  
   
Le spade, tanto per farci un'idea, non erano tutte uguali e non erano sempre adatte a qualsiasi tipo di combattimento: negli scontri ravvicinati fra cavalieri erano più un impiccio che altro e si preferiva usare armi più corte, “da botta”, decisamente più maneggevoli (mazze, martelli d'armi, mazzafrusti, ecc.); la fanteria, tanto per restare in tema, le usava molto meno di quanto possiamo comunemente immaginare in quanto dovevano proteggersi innanzitutto dalle terribili cariche della cavalleria che bisognava tenere a distanza con lunghe lance o picche, armi che servivano benissimo anche contro la fanteria avversaria usando il classico schieramento a falange che abbiamo imparato a conoscere sui banchi di scuola come quello che permise addirittura ad Alessandro Magno di conquistare l'intero mondo orientale del suo tempo.  
     
Spade e pugnali venivano quindi usati dai fanti solo nel corpo a corpo oppure dopo che erano riusciti a disarcionare i cavalieri (efficacissimi erano in questo caso i ronconi) e bisognava, possibilmente, immobilizzarli, prenderli prigionieri per poi chiedere un sostanzioso riscatto.    
   
Molte delle armi inastate (cioè sistemate in cima ad un'asta più o meno lunga) derivavano da strumenti di lavoro di tipo agricolo ed erano originariamente usate dalle truppe feudali di estrazione contadina che venivano chiamate a fare servizi militari, originariamente solo di tipo ausiliario: appartenevano a questa categoria le alabarde (derivate dagli strumenti dei boscaioli), i falcioni (derivate evidentemente dalle falci), i mazzafrusti alti quanto un uomo (derivati dallo strumento usato per “battere” il grano), le asce (usate per gli scopi più vari e, quindi, di svariate forme).  
     
Le armi da lancio erano sostanzialmente due, l'arco e la balestra.
Ma anche qui ci sarebbe molto da dire e da discutere: l'arco era meno preciso, generalmente meno potente ma con una cadenza di tiro piuttosto alta mentre la balestra era più precisa e potente ma con un ritmo di tiro decisamente più scarso; molto diversa era anche la durata dell'addestramento, più lunga per l'arco ma molto più breve per la balestra. E così ogni esercito puntò più sull'una che sull'altro in base alle esigenze che di volta in volta si presentavano, sviluppando contemporaneamente vari tipi di balestre e di archi.
   
     
Ma non dobbiamo dimenticare le difese passive: scudi, armature, elmi e così via. Anche in questo caso, esigenze diverse davano il via a sviluppi diversi.
L'esigenza di riparare adeguatamente arcieri e balestrieri durante le fasi di carica dell'arma portò allo sviluppo di grandi scudi (i palvesi) che accostati l'uno all'altro formavano un autentico muro di fronte allo schieramento per la battaglia (erano tanto grandi e pesanti da richiedere l'intervento di un uomo apposito per sostenerli e spostarli); durante il corpo a corpo si preferivano scudi più maneggevoli, anche se più piccoli, e spesso di forma rotonda (le “rotelle”, molto diffuse tra le truppe della nostra penisola).
   
     
Anche le armature erano di svariati tipi ma con la caratteristica comune di essere fatte di fitte maglie di ferro che riuscivano molto bene a fermare i colpi “di taglio” … ed ecco allora nascere lo stocco, vale a dire una spada a sezione quadrata, adatta a colpire solo di punta ma in grado di scardinare gli anelli della suddetta maglia metallica.    
     
Continuando di questo passo potremmo scrivere un'enciclopedia (e mi pare che qualcuno ci abbia già provato …) ma la mostra In punta di lancia e a fil di spada a Castelfranco Veneto nella Torre Civica riesce a darci una buona idea di tanta varietà nel tentativo, speriamo ben riuscito, di far capire al pubblico quanto vario e, a suo modo, geniale fosse il mondo delle armi bianche medievali.    
     
     

INGRESSO ALLA MOSTRA IN PUNTA DI LANCIA E A FIL DI SPADA A CASTELFRANCO

L’ingresso alla mostra In punta di lancia e a fil di spada - Armi d'attacco e da difesa tra XII e XIV secolo a Castelfranco Veneto presso la Torre dell’Orologio sarà a pagamento e l’importo fissato dall’Amministrazione Comunale.
La chiusura della mostra è stata posticipata al 31 dicembre 2014.
   
 

La mostra di armi medievali presso la Torre Civica di Castelfranco sarà visitabile nei seguenti orari:

- sabato: dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00;

- domenica: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00

 
 
 

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