Giovedì 22 ottobre 2015
Regia Giorgio Sangati
Compagnia “Teatro Bresci” di Padova |
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Carlo Goldoni è forse il più grande autore italiano di sempre, è tra i più rappresentati nel mondo ed è diventato oggi un’icona del teatro veneto; ma, a differenza di quello che si potrebbe immaginare e che, di fatto, si immagina, è tra i più difficili da mettere in scena. “Gli innamorati”, capolavoro assoluto, non sfugge a questa realtà e nasconde, dietro un’apparente e divertentissima trama di corteggiamento, la riproduzione schietta e cinica di un’intera società in crisi, decadente e morente.
L’amore è un campo di battaglia che fa emergere tutta la fragilità dell’essere.
È in questa profondità di lettura psicologica che sta la grandezza e la modernità o, meglio, la novità dell’autore. |
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“IL SOGNO DI ARLECCHINO” di Pino Costalunga |
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Giovedì 12 novembre 2015
Regia Pino Costalunga
A cura di "Fondazione Aida e Glossa Teatro" di Vicenza |
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Arlecchino, la maschera più conosciuta della Commedia dell’Arte, è un’invenzione che risale a un attore preciso che con quella maschera e la sua compagnia riempì di stupore tutte le corti europee: si tratta del mantovano Tristano Martinelli che visse tra la seconda metà del ‘500 e l’inizio del ‘600.
Lo spettacolo, seguendo la vita di Tristano Martinelli / Arlecchino, che fu amico intimo dei Reali di Francia e che diventò ricchissimo con una maschera da povero cialtrone, racconta come in un sogno, la storia e la vivacità di tutto un genere teatrale che ci ha regalato, oltre ad Arlecchino, altri personaggi rimasti nella memoria collettiva: dal tirchio Pantalone al povero Pulcinella, dalla bella Isabella al cocciuto Dottore, dal tronfio Capitano al povero Zanni.
Un viaggio tra maschere e attori, tra diavoli e poveri diavoli, tra l’Inferno di un mondo di poveracci e la vita nelle splendidi corti del Rinascimento: un viaggio divertente e serio nel Mondo della Commedia dell’Arte. |
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“IL RITRATTO DI DORIAN GRAY” di Oscar Wilde |
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versione teatrale di Rita Vivaldi e Anna Rapisarda
Giovedì 3 dicembre 2015
Regia di Enzo Rapisarda
A cura di “Nuova Compagnia Teatrale” di Verona |
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La storia di Dorian Gray è probabilmente una delle più note che la letteratura abbia mai raccontato e non c’è generazione di lettori che non si sia confrontata con la straordinaria “favola per adulti” scritta da Oscar Wilde.
La versione teatrale di Rita Vivaldi e Anna Rapisarda evidenzia l’intreccio delle diverse personalità dei tre personaggi principali: Dorian Gray, dissoluto e amorale, materialista che vive di apparenze e che arriverà al tragico epilogo nel disperato tentativo di far coincidere l’arte con la vita; Lord Henry Wotton, affascinante dandy il cui spirito cinico e decadente richiama quello dello stesso Wilde e Basil Hallward pittore, artista che plasma la Bellezza, invaghito di Dorian, di cui cerca di portarne alla luce la coscienza morale.
Dorian Gray è un giovane affascinante che si rende conto del privilegio del suo aspetto allorché Basil Hallward, pittore suo amico, gli regala un quadro che lo riproduce nel suo massimo splendore di gioventù e bellezza.
Dorian rimane sconvolto, diventando preda del dolore al pensiero che il tempo distruggerà questi suoi doni di natura. E’ preso allora dal possente desiderio che egli formula come un voto: rimanere perennemente giovane e bello e riservare i segni della propria decadenza al ritratto. Il suo voto viene esaudito, ma il ritratto finirà per diventare lo specchio della sua anima piuttosto che del suo corpo, un’anima sempre più corrotta e degradata. |
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“L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO” di George Feydeau |
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Giovedì 14 gennaio 2016
Regia di Danilo Furnari
A cura di “Il Nodo Teatro” di Brescia |
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Una delle più note “pochades” di George Feydeau, basata su equivoci e scambi di persona, è un perfetto meccanismo comico, con movimenti e battute che scatenano tantissime risate.
La trama di questa brillante commedia è basata su equivoci e scambi di persona. Il signor Pinglet, stufo del bruttissimo carattere della moglie, e la signora Paillardin, esasperata della mancata di attenzioni del marito, fanno di tutto per arrivare a consumare un adulterio, ma alla fine innumerevoli disavventure impediranno il “fattaccio”. Il luogo destinato a consumare una notte di passione è l’Hotel del Libero Scambio, scelto dal signor Pinglet in base ad un volantino pubblicitario, che lo definisce “consigliabile alle coppie sposate…tra di loro o separate”.
In quell’albergo si trova, malauguratamente, anche il signor Paillardin, perito designato dal Tribunale in quanto si sospetta che l’albergo sia abitato dagli spiriti. Come se non bastasse, nella stessa notte l’albergo viene occupato anche dal signor Mathieu, un vecchio amico dei coniugi Pinglet, con la zia badessa, e dall’ingenuo Massimo, nipote del signor Paillardin, in compagnia di Vittoria, la domestica dei signori Pinglet, che lo vuole iniziare alle gioie dell’amore.. Sorpresi dalla Polizia, gli aspiranti adulteri danno entrambi false generalità, finendo con il mettere nei guai gli ignari coniugi. Intrecci e colpi di scena a non finire, fino ad arrivare ad un finale a sorpresa. |
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“CORPO IN AFFITTO” di Vincenzo Ercole |
Giovedì 4 febbraio 2016
Regia di Marco Artusi, con Evarossella Biolo
A cura di “Manonuda Teatro” di Venezia
Spettacolo finalista al premio OFF 2013 del Teatro Stabile del Veneto, diretto da Alessandro Gassman.
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Silvia è una donna in una stanza. Parla. Forse a noi. Deve raccontarsi: non ha contorni, non riesce a dare valore a ciò che la circonda. Deve riempire un vuoto e il piacere del sesso, ormai, non sempre funziona.
Nemmeno il potere, nemmeno i soldi. Solo la proposta di uno strano vecchio le fa intravedere la possibilità di rimettere a posto i pezzi… Da quel momento si apre per Silvia una lotta con i propri fantasmi. Una lotta fatta di attimi, di ricostruzioni, di dolore emotivo e fisico, dal quale forse non riuscirà a uscire vincitrice.
La bellezza di Silvia, la sua vitalità, il modo elementare di dividere i pensieri senza alcuna apparente logica, il suo essere sperduto, …tutto concorre a far tacere in noi il senso critico nei confronti di una ragazza che usa il corpo per ottenere riconoscimento nella vita.
Ma è invece proprio quest’ultimo punto che Silvia ci chiede di spiegarle: quale sia il suo ruolo in questa società. Forse la domanda contiene un aspetto che non vogliamo vedere: se c'è la possibilità per le Silvie di esistere, probabilmente, è perché la nostra società ha bisogno che esistano. Forse non è Silvia che deve porsi la domanda “Dove sono sbagliata?”, ma noi.
E forse, come per Silvia, saremo condannati a porcela senza trovare una risposta.
Per la tematica di cui tratta, lo spettacolo è consigliato ad un pubblico consapevole. |
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“IO 2 FIGLIE E 3 VALIGIE” di Claude Magnier |
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Giovedì 25 febbraio 2016
Regia di Vincenzo Rose
A cura di "Gli Insoliti Noti" di Verona
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E’ il titolo in italiano di Oscar, una riuscitissima commedia che il grande comico francese Louis De Funès (1914-1983) interpretò nel 1959.
La vicenda si svolge nell’estate del 1973 nella campagna alle porte di Parigi. Bertrand Barnier, ricco imprenditore edile, riceve Christian, suo contabile, che chiede un aumento e… la mano di sua figlia.
Christian confessa anche di aver sottratto alla ditta una forte somma, investita in gioielli, che intende però consegnare alla sua futura moglie. Barnier scopre che in realtà la presunta figlia non è tale, mentre quella vera si finge incinta per sposarsi con Oscar, l’ex autista partito per il polo.
I gioielli, contenuti in una valigetta, cambiano di mano per fortuite coincidenze che mettono in gioco altre due valigie identiche alla prima.
L’intreccio è arricchito da una cameriera che va in sposa ad un barone, dal tentativo di coinvolgere il massaggiatore in nozze riparatorie, da una moglie svampita che, fino all’ultimo, non riesce a rendersi conto di quello che succede. Un colpo di scena conclusivo rimetterà in gioco le relazioni, la paternità e, ovviamente... le valigie. |
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